Da
giorni i quotidiani locali e nazionali riportavano il caso della misteriosa sparizione ed anche quella mattina le dichiarazioni del
pentito erano in prima pagina, sottolineate
da enormi titoli. Con i 40 gradi all’ombra e l’elevata umidità dello scirocco
che soffiava ormai da una settimana, la cronaca nera aveva rubato spazio alle previsioni
del tempo.
Quando
le notizie scarseggiano le previsioni del tempo sono un lavoro assicurato per i
giornalisti. Più volte al giorno e tutti i giorni i bollettini sulle
temperature bersagliano gli ignari ascoltatori televisivi. Ricordano loro che
ogni stagione è la peggiore degli ultimi 10 anni ed allarmano la gente per il ghiaccio,
le valanghe, il pericolo di siccità, i black out e le catastrofi naturali
associate ai cambiamenti del clima. Dispensano generosamente consigli su cosa
mangiare, sull’ora più opportuna per uscire, su cosa indossare. Inoltre, col
passare degli anni, i bollettini diventano più dettagliati, i valori
dell’umidità relativa campeggiano accanto alle temperature massime e minime e
sono affiancati da tabelle e calcoli sulla temperatura percepita.
Rossella pensava a quale dovesse essere la
temperatura percepita a quell’ora del giorno, mentre, col giornale appena
comprato, si trascinava, oppressa dalla calura, verso casa della nonna Nina.
Trovò
l’anziana in sottoveste bianca, che si faceva aria con un ventaglio. I capelli,
anch’essi bianchi, erano leggermente umidi e pettinati indietro. Era tutta
candida compresa la pelle. Anche in gioventù la nonna non aveva mai amato
prendere il sole e, nonostante vivesse da anni a due passi dal mare, non aveva
messo piede su una spiaggia, se non raramente.
-Scusami
se sono svestita, ma fa troppo caldo-disse a mo’ di saluto.
Aveva
sofferto il caldo tutte le estati della sua vita, ma da qualche anno, dietro
suggerimento del figlio, aveva fatto installare in casa un condizionatore.
-Quella
diavoleria!-esclamò indicandolo -non riesco ad accenderlo! Porse a Rossella il
telecomando dell’apparecchio pigiando due o tre pulsanti con aria indispettita.
Il
led giallo del condizionatore cominciò a lampeggiare ed una leggera aria fresca
venne fuori silenziosamente dalle aperture longitudinali presenti
sull’apparecchio.
Rossella
sapeva che stava assistendo ad una specie di recita, e che la nonna odiava
quell’elettrodomestico moderno che la costringeva a stare chiusa in casa, con
le finestre e la porta sbarrata, priva di contatti con il mondo esterno. La sua
finta incapacità di farlo funzionare le permetteva di ricevere le visite quotidiane
dei familiari, che, preoccupati degli improvvisi colpi di calore “a cui sono
soggetti gli anziani..” erano soliti accorrere di volta in volta ad accendere e
a spegnere l’apparecchio.
-Non
andare al mare, guarda come sei scura!- disse con disapprovazione porgendole
una sedia. Poi continuò con tono lamentoso:
-
Mi raccomando attenta dove vai, soprattutto la sera, chissà che fine ha fatto
quella povera ragazza! -
Poi
sussurrò a bassa voce, quasi temendo che potessero sentirla attraverso la
finestra ancora aperta- Chissà chi frequentava...proprio come sua madre..
Rossella
aveva sempre creduto che la nonna fosse la memoria storica del posto, capace di
percorrere le generazioni, riconoscere le somiglianze e credere fermamente che
i vizi venissero tramandati.
Aveva
una sorta di snobismo universale secondo il quale il sangue degli altri era sempre
meno nobile del suo. Eppure, ai tempi della sua giovinezza, gli insetti
ematofagi non avevano fatto distinzioni classiste a riguardo.
Pensò
che forse la nonna si riferisse alla nonna di Giulia, sua coetanea, non alla
madre, visto che a volte faceva un po’ di confusione tra le generazioni. Questi
piccoli errori erano probabilmente causati dall’età più che avanzata, o dal
fatto che usciva di casa sempre meno di frequente, così che alcune storie ed i
loro protagonisti erano conosciuti da lei solo attraverso il racconto indiretto
di altri. Infatti, capitava che conoscesse di alcune persone solo la fama,
senza averne mai scrutato i lineamenti.
-Forse
conoscevi la nonna di Giulia- la corresse Rossella a voce alta in modo che
potesse sentirla.
-Si,
si infatti.. Come ti dicevo… - continuò - la signora Maria aveva perso il
marito in guerra, o meglio era partito per l’Eritrea e non aveva fatto più
ritorno. Pensavano fosse deceduto, anche se non era nelle liste dei caduti. Il
farmacista le riceveva tutte le settimane e le leggeva ad alta voce in piazza, davanti
alla farmacia, la domenica dopo la messa. Allora c’era sempre una gran calca, tutti
si affollavano per ascoltare meglio, c’era chi si sentiva male per la gran
folla, chi per le cattive notizie, chi piangeva perché le notizie dei congiunti
non arrivavano proprio.
La
signora Maria arrivava in lacrime già prima che il farmacista inforcasse gli
occhiali per cominciare a leggere. Poi, un bel giorno non venne più. Si mise un
uomo in casa ed ebbe da lui cinque figli.
Dicono
che fece dichiarare il marito morto, prese la pensione di vedova di guerra e
continuò a vivere con quell’uomo che non sposò mai, in maniera da non perdere il
sussidio mensile che riceveva.
Ma
la cosa più divertente- e rise di gusto- è che un giorno il marito tornò
dall’Eritrea!
Era
invecchiato, ma i vicini di casa lo riconobbero ugualmente, dissero che aveva dei
baffi ben curati, e che indossava completo beige ed un elegante cappello, come
usavano allora gli uomini benestanti.
Lo
videro entrare in casa e, dopo qualche ora, uscire per non tornare mai più.
E
pensare che era veramente un brav’ uomo! mentre il nuovo convivente la gonfiava
di botte e le fregava la pensione. Faceva bene..-disse con un lampo di
cattiveria inspiegabile.
Rossella
la interruppe per farle notare che la finestra era aperta ed il condizionatore
acceso e si alzò per chiuderla.
-Povera
ragazza-continuò impietosita- se è sparita per mano della criminalità
organizzata non se ne saprà più nulla.
-Lo
penso anch’io –rispose Rossella pensierosa.
-Ci
vorrebbe il maresciallo Beretta- replicò nostalgica- Sai, negli anni 40 in
paese c’erano stati numerosi furti di bestiame ed alcuni omicidi, così mandarono
dal nord un maresciallo che usava dei metodi poco ortodossi. Era molto
persuasivo durante gli interrogatori e chiunque fosse convocato in caserma, sia
che fosse testimone del reato o colpevole, o che ne avesse sentito parlare,
confessava ciò che sapeva, i fatti erano ricostruiti ed i colpevoli assicurati
alla giustizia.
Ricordo
un uomo che lavorava in comune. A quei tempi c’era il razionamento ed ogni
famiglia aveva una tessera con cui prendere il cibo che le era assegnato, gli
alimenti erano in parte conservati nel magazzino comunale, di cui l’uomo era il
custode. C’era una grande miseria, le famiglie erano numerose e la farina non
bastava mai, lo zucchero non esisteva e figurarsi il caffè!
Ebbene,
a volte mancava della merce dal magazzino, il custode prendeva qualcosa per sé
o la rivendeva al mercato nero. Il più delle volte rubava dei sacchi di canapa o
di tela che contenevano la farina e che si usavano per cucirci degli abiti.
Un
giorno qualcuno lo denunciò. Il maresciallo lo rinchiuse in caserma e lo pestò
a sangue tutta la notte, tanto che qualche mese dopo l’uomo morì per i danni
riportati ai reni. Fu nominato un nuovo custode, ma l’evento impressionò così
tanto la gente che non si verificarono più furti.
-Nonna,
ma secondo te perché avrebbero dovuto uccidere Giulia? Tu ci credi a questa
storia dei maiali?-chiese Rossella dubbiosa.
-Può
darsi- disse, mentre riprendeva a sventolare il ventaglio facendo cenno di
aprire la finestra.